domenica 1 marzo 2009
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Noi barricati in casa a respirare solitudini E ci attacchiamo a macchine come malati Terminali di malinconia Guardiamo negli schermi le altre vite che ci scorrono Le persone che passano e ci lasciano fuori E siamo virtualmente dipendenti da correnti Come in un videogioco trascinati dagli eventi Come bambole passate nelle stanze dei bambini Che crescendo non le guarderanno più Che crescendo non le abbracceranno più
Disarmante
RispondiEliminaUna volta decisi di vendere la mia croce. Andai al mercato portandola sulla spalla e ne trovai un'altra. Vendetti la mia per quella rilucente e leggera croce. La caricai sulla spalla e camminavo mi accorgevo che nelle mie mani entravano scheggie di legno che mi facevano male. Trovai un'altra croce per la quale vendetti quella appena aquistata. Il legno era nero e lucente. La caricai sulla spalla. Pesante il suo legno. Troppo per il mio corpo, non riuscii a fare più di qualche passo. Rimasi senza fiato.
RispondiEliminaGirai nuovamente per il mercato.
Ne trovai una della giusta misura, ben livellata, leggera e lucente.
La misi in spalla e contenta tornai a casa.
Solo quando l'appoggiai sul tavolo, notai che era la mia. La prima che avevo venduto.
A ognuno la sua cicatrice.